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Dal '300 al '500

Cenni Storici

Il secolo 14° probabilmente è stato per VOLON un periodo di una certa ripresa economica, dovuta ad almeno due condizioni favorevoli concomitanti: la continuazione e lo sviluppo dei complessi lavori di bonifica e il miglioramento delle colture agricole. Questa ripresa era anche stata stimolata dall'intervento dei frati Umiliati in località CASALE. Gli Umiliati nel corso del 13° secolo avevano acquistato una serie di fondi agrari nella zona contribuendo al lavoro di bonifica della zona.
Agli Umiliati, non mancavano i mezzi: lo spirito d'intraprendenza di questo Ordine viene confermato dal commercio dei prodotti agresti, dalla lavorazione della lana anche nel contado, e dall'acquisto di "quote sempre più grandi di un mulino situate in un rivo d'acqua contigua alla loro casa". Qui si tratta di una delle due sedi che avevano a Zevio, quasi certamente quella tra via Stevani e Piazza Marconi.
La crescita dell'agricoltura, come la sua evoluzione, era richiesta da reali necessità di fabbisogno alimentare: la popolazione Veronese, in genere, ma in particolare quella cittadina, già nel secolo precedente, aveva segnato un progresso costante degli indici di aumento.
Nel secolo 15° le condizioni generali socio-economiche della nostra pianura, nonostante il nuovo assetto politico-amministrativo della Serenissima, rispecchiano quelle del periodo scaligero. Se i più avveduti della famiglia Della Scala, sia pure per loro tornaconto, avevano favorito in qualche modo 1'incremento dell'economia agricola e commerciale, i Veneziani incentivarono sicuramente le attività economiche, ma soprattutto per ricavarne maggiori profitti. I proventi del lavoro agricolo (particolarmente duro e troppo spesso ingrato per la manodopera) se ne andavano quasi tutti nelle casse della Repubblica Veneta e nelle tasche dei padroni. Perciò se ci fu un ulteriore progresso generale, la popolazione delle campagne non ne ebbe alcun beneficio degno di nota.
Così si spiegano i duri contrasti tra campagna e città che, poco dopo la metà del Quattrocento, divennero decisamente violenti per la "ribellione" di cinque paesi: Montorio, San Bonifacio, Nogara, Zevio e Cerea.
Nel Cinquecento qualcosa sembrò cambiare in meglio, almeno per il territorio zeviano, anche perché da noi si allargarono le superfici disponibili a nuove colture con il ricupero di terre incolte o boschive quelle acquitrinose (non solo dell'antica palude) vennero trasformate in risaie o in praterie dall'ottimo fieno. Quello di Santa - Maria e VOLON era tra i più pregiati.
Ovviamente ne ricavò un certo beneficio che VOLON, come vedremo, nel Seicento potrà vantare un cospicuo numero di contrade con fattorie e una varietà di prodotti alquanto rilevante per quei tempi.
Ben presto l'efficiente amministrazione di San Marco prese a valutare con maggior attenzione l'importanza economica della vasta area agricola zeviana. Il traffico fluviale era attivo da lungo tempo, ma si voleva organizzarlo meglio in tutto il suo percorso, conoscendo bene 1'utilità di una grande via di comunicazione.
Venezia, per avere un corso d'acqua il più regolare possibile come percorrenza, decise la costruzione dei primi argini lungo 1'Adige; poi per l'irrigazione di nuove terre, programmò le prese d'acqua dal fiume, in modo da non alterarne la navigabilità. Le Bocche di Sorio e la Bocca Sagramosa furono le prime "prese" dalle quali ricevettero 1'acqua numerose fosse ancora oggi esistenti ed incluso il Dugal, uno dei fossi di VOLON, il cui nome deriva dalla lettera con cui il Doge di Venezia autorizzava le opere pubbliche: il "ducale".
Prima di chiudere il capitolo, merita un cenno l'abitato del paese che dovrebbe essere sempre stato lungo 1'attuale Via degli Alpini. Infatti ai lati di essa o nelle immediate vicinanze si trovano gli edifici più antichi: dal Torrazzo che ha nei dintorni la "chiesa vecchia", al Casale dove purtroppo non si vede traccia alcuna della struttura più remota. Sulla strada suddetta si affacciano ancor oggi alcune abitazioni che si possono attribuire ai secoli 16° e 17°.




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